Cantieri a Roma: e se arrivassero nuove tecniche costruttive?

La sostenibilità nel settore edile è un concetto a cui si presta sempre più attenzione: che si parli di cantieri a Roma, a Milano, a Bari o in qualsiasi altra città italiana, essa corrisponde alle soluzioni che vengono ideate e messe a punto per ridurre l’impatto ambientale e i consumi di energia degli edifici che vengono realizzati. Per questo motivo, vengono studiate tecniche costruttive sempre più innovative: dai sistemi impiantistici ad alta efficienza agli involucri isolanti, quasi sempre è il ricorso a materiali naturali a garantire prestazioni elevate. In realtà, però, la sostenibilità dovrebbe riguardare anche gli stessi processi costruttivi, i quali dovrebbero essere ottimizzati per fare in modo che anche l’impatto delle operazioni pre cantiere possa essere diminuito: si pensi, per esempio, all’energia che si consuma per trasportare i materiali o – per quanto concerne le fasi post cantiere – agli scarti che vengono prodotti.

L’impatto ambientale dei progetti architettonici

Molto importante è proprio la questione degli scarti dei cantieri a Roma e in qualsiasi altro contesto: fino a questo momento si è trattato di un aspetto ritenuto poco rilevante, ma negli ultimi tempi sono state compiute delle ricerche sperimentali che si sono concentrate in questo ambito. Per esempio un team di ricercatori dell’Università di Bari – Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura – in collaborazione con alcuni architetti si è concentrato sull’Hypar Vault, un prototipo a volta che permette di evitare la produzione di scarti di cantiere.

Ciò è possibile perché si fa riferimento all’hypar, che non è altro che un parabolide iperbolico: in pratica, due blocchi di pietra uguali, o – per meglio dire – speculari tra loro. Questa configurazione consente di non avere a che fare con scarti. La tecnologia di taglio a filo adottata per separare i moduli si basa sul ricorso a un braccio robotico per intervenire su blocchi di calcare francese. Una volta completato il taglio, si è alle prese con elementi in pietra a forma di trapezio, i quali vengono forati al proprio interno per far sì che possano essere attraversati da armature di acciaio inox.

La posa dei moduli

Dopo che i moduli sono stati fabbricati, sono pronti per essere sollevati e uniti, non prima di essere stati collocati al di sopra di un involucro a volta in legno. Così i blocchi vengono agganciati: rimuovendo il telaio, non si corre il rischio che possano cadere. La tensione dei cavi di acciaio posizionati all’interno determina la precompressione della struttura.

Ma la creazione della hypar vault è solo un esempio delle tecnologie più innovative che possono essere adottate per favorire la sostenibilità edilizia. Gli addetti ai lavori, per esempio, ritengono che il futuro del settore stia nella stampa 3D. L’integrazione di analisi parametriche e lo studio di metodi finalizzati all’individuazione di processi produttivi nuovi che diano la possibilità di diminuire gli scarti che vengono prodotti in cantiere possono essere combinati con il vasto ventaglio di opportunità che viene garantito dalla stampa 3D: opportunità che – almeno fino a questo momento – sono state sfruttate in misura inferiore a quanto possibile.