Uno dei principi sanciti dall’Unione Europea è il rispetto della diversità linguistica e culturale. Nel particolare viene messa in luce l’azione volta alla salvaguardia e alla promozione delle lingue regionali e/o meno diffuse tradizionalmente parlate da una parte della popolazione degli Stati membri dell’Unione.
Per incoraggiare l’apprendimento e/o mantenere viva la lingua locale (così per tutte le lingue in genere) è necessario stimolarne il desiderio, sensibilizzare e motivare le popolazioni autoctone, incominciando dalle prime fasi della scolarizzazione. La formazione bi-plurilingue viene, infatti, a costituire un fattore di migliore sviluppo delle capacità linguistiche e metalinguistiche, psicologiche, fisiche, affettive, sociali e intellettuali, azione che va accompagnata dal concorso e apporto della comunità locale, attraverso interventi di sostegno esterno che potranno derivare dall’ambiente familiare, dal contesto locale, dai media, ecc.
E’ per questa ragione che il Consorzio Universitario del Friuli, dati i fini statutari volti al progresso civile, sociale ed economico del Friuli, nonché agli interventi relativi allo sviluppo e rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli, era particolarmente impegnato nelle azioni denominate “Lingue minoritarie” e “Italiano lingua seconda” attraverso la creazione di due gruppi di regia con funzioni di valutazione delle linee fondamentali delle azioni, degli obiettivi strategici desiderati e dei criteri secondo i quali operare.
Ciò avviene considerato l’interesse che deve essere riservato al settore del plurilinguismo sotto il profilo sociolinguistico nell’odierna dinamica sociale – vuoi causa l’immigrazione e l’emigrazione di seconda generazione vuoi per le diverse forme e modalità di integrazione linguistica – anche data l’importanza strategica stessa della nostra Regione (a confine con Austria e Slovenia), unica regione in cui è possibile trovare presenti tre minoranze linguistiche.
Il razionale dell’idea risiede nella condivisa esigenza/opportunità di vedere razionalizzate – passando dall’episodico al sistematico – le iniziative locali connesse all’insegnamento delle lingue minoritarie e dell’italiano lingua II in un quadro organico, con particolare riferimento nel contesto al “Quadro Europeo delle Lingue” per quanto riguarda l’apprendimento, la formazione, la didattica e il tirocinio/stage, i corsi curriculari con contestuale certificazione delle competenze linguistiche assunte, valevoli a livello non solo nazionale, prevedendo altresì un interscambio, non solo culturale-didattico ma anche di “politica linguistica condivisa” nella gestione di interventi similari con i paesi transfrontalieri delle regioni dell’Alpe-Adria.
Azione Lingue minoritarie (L. 482/99)
Accanto al Consorzio, facevano parte del “gruppo di regia” preposta all’azione:
- Università degli Studi di Udine – Facoltà di Scienze della Formazione
- Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Direzione Istruzione e cultura
- Ministero Istruzione Università Ricerca – Ufficio Scolastico Regionale
- Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Servizio per la tutela delle lingue minoritarie e per i corregionali all’estero.
Minoranze linguistiche in Italia (elaborazione Consorzio Universitario del Friuli su dati Presidenza del Consiglio dei Ministri) Nota: per “NumElementi” si intendono i comuni parlanti la lingua minoritaria evidenziata
Con particolare riferimento alla nostra regione, la cartina “linguistica” è la seguente:
Qui di seguito si presenta una sintetica scheda su alcune isole linguistiche della nostra Regione quale esempio di comunità minori in cui lingua e tradizioni locali sono ancora vive e vengono salvaguardate, e precisamente:
S. Pietro al Natisone
Timau (Comune di Paluzza)
Azione Italiano lingua seconda
Accanto al Consorzio, facevano parte del “gruppo di regia” preposta all’azione:
- Università degli Studi di Udine – Facoltà di Scienze della Formazione
- Università degli Studi di Udine – Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
- Università degli Studi di Udine – Centro Internazionale sul Plurilinguismo
- Università degli Studi di Udine – Delegato Rettorale ai rapporti con le Università dell’Alpe Adria.
L’obiettivo, di medio periodo, era quello di rendere l’Università di Udine eleggibile a soggetto certificatore dell’Italiano Lingua II in seguito a:
- la particolare collocazione dell’Ateneo udinese, che rendo lo stesso naturale sede di iniziative di tale tipo rivolte in particolare all’Europa centro-orientale;
- l’importanza dell’italiano lingua II per le comunità (anche friulane) all’estero;
- l’impegno sul pluringuismo a suo tempo profuso dalle realtà locali e dalle loro rappresentanze politiche (l’istituzione presso l’Ateneo del CIP con la legge sulle aree di confine è stato naturale seguito del “Gruppo di lavoro sul pluringuismo nell’Alpe-Adria”, a suo tempo attivato dal e presso il Consorzio ed è stato dovuto all’iniziativa di parlamentari friulani.
Collaborazioni in essere
Particolare menzione nell’ambito della politica “linguistica” dell’Ente meritano le convenzioni (2005-06-07) siglate tra il Consorzio e alcune istituzioni locali e internazionali, nella fattispecie:
- la Pädagogische Akademie des Bundes in Kärnten di Klagenfurt el’Università del Litorale di Lubiana, che sono state invitate a far parte del gruppo di regia sopra menzionato;
- l’Österreichische Akademie der Wissenschaften e il Verein der Freunde der im Mittelalter von Österreich aus besiedelten Sprachinseln, aventi specifiche competenze nella materia dei dialetti bavaresi, con cui Consorzio ha stipulato convenzioni di collaborazione stante la richiesta (accolta) da parte del Comune di Paluzza affinché il Consorzio collabori con l’amministrazione comunale per la realizzazione – in più fasi annuali – di una grammatica della lingua timavese, che viene linguisticamente e storicamente ad inquadrarsi nei dialetti bavaresi;
- il Convitto Nazionale “Paolo Diacono” di Cividale, gli Istituti Comprensivi di Faedis e Tavagnacco e la Direzione Didattica di Trasaghis per il progetto “Aghis”.
Nelle tali convenzioni viene previsto il principio della mutua collaborazione per ogni utile azione finalizzata, principalmente, all’insegnamento dell’italiano lingua II e delle lingue minoritarie regionali in un quadro organico, con particolare riferimento all’apprendimento, alla formazione, alla didattica e al tirocinio/stage, con contestuale certificazione delle competenze linguistiche assunte, prevedendo altresì un interscambio culturale-didattico al fine di porre in comune le risultanze delle eseguite analisi sulle esigenze di formazione e aggiornamento specifico rivolte per l’insegnamento alle minoranze linguistiche ed ove necessario di programmarne di nuove, onde definire indirizzi comuni e trasversali per l’individuazione e la programmazione di metodologie di aggiornamento specialistico e di formazione continua. Tali iniziative saranno attuate mediante piani-programmi concertati, naturalmente coinvolgenti ogniqualvolta possibile anche l’Università degli Studi di Udine in particolare per l’attuazione di quanto previsto dagli articoli 5 e 6 del proprio Statuto, Ateneo che “diventa organico strumento di sviluppo e di rinnovamento dei filoni originali della cultura, della lingua, delle tradizioni e della storia del Friuli” (funzioni speciali attribuite dalle norme istitutive dell’Università degli Studi di Udine – Legge 8 agosto 1977, n. 546, art. 26, e del DPR 6 marzo 1978, n. 102). Ciò anche al fine anche di ottemperare a quanto previsto dall’art. 4 della Legge n. 482/99 che recita “Nelle scuole materne ( … ), l’educazione linguistica prevede, accanto all’uso della lingua italiana, anche l’uso della lingua della minoranza per lo svolgimento delle attività educative. Nelle scuole elementari e nelle scuole secondarie di primo grado é previsto l’uso anche della lingua della minoranza come strumento di insegnamento.”